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Pizzetti, Ildebrando.

Compositore italiano. Figlio di un musicista, compì gli studi con G. Tebaldini e T. Righi al conservatorio di Parma. Dal 1901 occupò la carica di maestro sostituto al Teatro Regio e nel 1908 compose le musiche di scena per La nave di G. D'Annunzio, con il quale strinse un duraturo rapporto d'amicizia. Nello stesso anno fu nominato professore di armonia e contrappunto al conservatorio di Firenze, di cui assunse la direzione nel 1917. Diresse anche il conservatorio di Milano dal 1924 al 1936, anno in cui si trasferì a Roma quale insegnante di composizione ai corsi di perfezionamento dell'Accademia di Santa Cecilia. Dal 1947 al 1951 fu presidente di questa accademia, svolgendo anche attività di critico musicale. Affascinato fin da giovane dal teatro musicale, compì il suo primo tentativo melodrammatico con Il Cid (1902), dedicandosi in seguito con passione allo studio della tragedia e della musica greca. Tra il 1909 e il 1912 compose Fedra, rappresentata alla Scala di Milano nel 1917. Tra le altre sue opere successive: Dèbora e Jaéle (1915-21), Lo straniero (1922-25), Fra Gherardo (1925-27), Orsèolo (1935), L'oro (1947), Vanna Lupa (1949), Ifigenia (1950), Cagliostro (1953), La figlia di Jorio (1954) di G. D'Annunzio, Assassinio nella cattedrale (1957) di Th. Eliot e Il Calzare d'argento (1961) di R. Bacchelli. In tutte queste opere cercò di portare a compimento la sua teoria etico-estetica del dramma musicale, che voleva la contrapposizione tra lirica e dramma, ovvero tra la forma chiusa della prima e declamata del secondo. Fu autore anche di musiche di scena, tra le quali citiamo: la Pisanella (1913) di D'Annunzio, La sacra rappresentazione di Abramo e Isacco (1917) di F. Belcari, l'introduzione all'Agamennone (1931) di Eschilo, Le Trachinie (1932) e l'Edipo a Colono (1936) di Sofocle, la Rappresentazione di Santa Uliva (1933), La festa delle Panatenee (1937), Come vi piace (1938). Tra le sue composizioni orchestrali ricordiamo: la Suite de la Pisanella (1913), il Concerto dell'Estate (1928), Rondò veneziano (1931), i Canti della stagione alta (1930) per piano e orchestra, il Concerto in do (1934) per violoncello e orchestra, l'Epitalamio (1939) su versi di Catullo e la Sinfonia in la (1940), forse il suo lavoro più significativo nel campo della produzione strumentale. Quale critico e teorico pubblicò, tra l'altro: Musicisti contemporanei (1914), Intermezzi critici (1921), Musica e dramma (1945), La musica italiana dell'Ottocento (1946) nonché studi sulla musica greca e su Paganini. P. contribuì notevolmente alla rinascita della vita musicale italiana nella prima metà del Novecento. Avversatore del melodramma classico diede vita a un dramma musicale basato su un recitativo drammatico e dinamico, teso a valorizzare i dati della parola. Attento ai fenomeni musicali moderni si attestò, però, su posizioni piuttosto conservatrici, lontane dalle espressioni più significative della musica contemporanea italiana (Parma 1880 - Roma 1968).